In Tanzania tra credenze, superstizioni e magia
In molte zone della Tanzania le persone albine vengono considerate esseri sovrumani e diabolici. Si pensa che il diavolo abbia dato loro dei poteri magici e che avere una relazione con una donna albina, possa curare l’HIV. Queste credenze superstiziose diffuse principalmente da malfattori che, sotto le sembianze di medici tradizionali, promettono soldi e felicità a chi porta loro corpi o parti del corpo di persone albine. Questo avviene soprattutto nelle zone rurali dove il ricorso alla medicina tradizionale è maggiore rispetto ai centri urbani e dove, quindi, per gli albini il rischio di essere uccisi o mutilati è più alto che nelle città. Per questo motivo, a partire dal 2006, anno in cui le aggressioni agli albini hanno iniziato ad intensificarsi, molte persone albine hanno cominciato ad abbandonare i villaggi e a trasferirsi in città.
Il progetto di questa mostra nasce dall’incontro di Dominic Dorin, fotografo londinese, con Martha, donna tanzaniana albina, questa serie di ritratti racconta le storie di uomini, donne e bambini affetti da albinismo, in una piccola città ai piedi del monte Kilimanjaro. In un luogo dove essere albini significa vivere costantemente all’ombra oppressi da pregiudizi e persecuzioni, Dominic instaura una relazione personale con i protagonisti delle sue foto che, pian piano, iniziano a raccontare di sé. Quei racconti scivolano nell’obiettivo del fotografo dando vita ad immagini perentorie di vissuto quotidiano, in cui ogni sguardo, ogni sorriso e ogni gesto diventa rappresentazione eloquente della speranza.
Riuscendo a cogliere da vicino le sfumature emotive di chi racconta – e si racconta -, Dominic ci regala una narrazione positiva della lotta, in cui ad emergere è l’energia vitale dei suoi soggetti, quale manifestazione e denuncia dei traguardi nascosti dell’esperienza umana.
L’AUTORE
Dominic Dorin è un affermato fotografo e film maker londinese. Nella sua carriera inizia a lavorare nell’industria video-musicale, per poi dedicarsi totalmente al suo più grande interesse, il fotogiornalismo. Alla fine del 2016 Dominic lascia Londra e inizia ad esplorare il mondo in cerca di nuove culture e nuove esperienze. Nei suoi viaggi in Africa e in Asia il fotografo fa la scelta di utilizzare un solo obiettivo (24-70 mm). Questa limitazione ad un’unica lente si rivela uno strumento fondamentale per l’evoluzione del linguaggio fotografico di Dominic; essa, infatti, permette al fotografo di sentirsi più libero dall’oggetto macchina e di avvicinarsi maggiormente ai soggetti, sia fisicamente che interiormente.
Un’altra trasformazione del suo modo di fotografare avviene quando, in Nepal, il fotografo entra in contatto con Vipassana, una delle più antiche tecniche di meditazione indiana. In seguito ad una pratica meditativa sempre più intensa, Dominic si accorge di come questa stesse pian piano influenzando la sua mente creativa e fotografica: la meditazione stava notevolmente accrescendo la profondità del suo sguardo e nella sua fotografia stava sorgendo una consapevolezza del tutto nuova. Avendo sviluppato un nuovo significato dell’ “osservare il momento”, Dominic oggi afferma: “Adesso sono un osservatore. Lascio che tutto si svolga davanti ai miei occhi. Non c’è fretta di catturare; semplicemente osservo e aspetto, fino a che qualcosa non catturi il mio interesse”.
PROGRAMMA 23 GIUGNO 2018
INFORMAZIONI
Per informazioni ed orari: 0734.939019
– Comune di Montefiore dell’Aso, Assessorato alla Cultura
– Istituto Arti Visive
La mostra sará visitabile fino a Domenica 08 Luglio 2018.
L’ingresso è gratuito.